Il filo viene fatto srotolare con delicatezza da una mano, mentre l’altra piano piano fa prendere quota all’aquilone. Un’immagine poetica e metaforica, che trae forza dal suo essere quotidiana, un’esperienza che tutti abbiamo vissuto cercando di spingere sempre più in alto l’aquilone. C’è tutto questo, e molto di più, nel nome scelto dai lecchesi (e di conseguenza nel logo che lo rappresenta) per la sala della comunità che sta per aprirsi alla città: lo guardo alto del Nuovo Aquilone, il suo essere una sala per il cinema, certo, ma per ogni tipo di forma d’arte, una sala della cultura. E poi c’è la sua collocazione geografica in città, aperta tanto verso gli spazi della comunità pastorale Madonna del Rosario, che verso la città.
L’ideatore del logo, Adriano Attus, è direttore creativo de Il Sole24Ore e artista le cui opere sono state esposte a Wopart, fiera d’arte a Lugano (edizione 2017) e 4 “Neometrie” sono state selezionate ed esposte alla Biennale Lucca 2018: «A Lecco ho percepito un senso di comunità molto forte. Per questo ho inserito i colori che rappresentano questa città, il blu e l’azzurro».
L’aquilone si presta ad essere una metafora, certo, ma mediante il suo nuovo logo spiega anche il compito concreto e profondo che si assume il cineteatro Nuovo Aquilone: «L’aquilone — continua Attus — è il fulcro, ma la sua forma romboidale si prestava ad “ospitare” e rappresentare una pellicola cinematografica, ma anche le quinte teatrali». Adriano Attus, con arte è riuscito a “far vedere” a tutti i lecchesi, allo stesso tempo, un aquilone, ma anche il “Matitone”, simbolo indiscusso della città lariana.
«Infine i colori di Lecco, richiamano due nastri che intrecciano la comunità dei fedeli e la città nella sua interezza, e li invitano ad andare verso il cinema, verso questo nuovo polo di aggregazione, di svago, aperto alla comunità».
Ecco perché, grazie anche al suo logo, «il Nuovo Aquilone, questa nascente sala della comunità, si propone come la nuova casa della cultura e delle arti per la comunità cristiana e per tutti i lecchesi. Grazie anche alla sua architettura che le consente di essere aperta sia verso l’oratorio e la Basilica, sia verso Via Parini, verso la città», aggiunge il Prevosto e presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo.
Ora che il Nuovo Aquilone ha un logo, e 100 volontari pronti a “dargli filo” per far respirare cinema, teatro e cultura alla città di Lecco, non resta che attendere — trepidanti come per l’uscita del film tanto atteso del regista di cui più si apprezza il lavoro — le ultime rifiniture della sala perché tutti i lecchesi possano guardare in alto, grazie al Nuovo Aquilone.